Il Viaggio di Luna

martedì, novembre 30, 1999

L'uomo dai mille Sogni


In questi giorni a Torino, teatro Alfieri, si sta replicando lo spettacolo di quel genio del trasformismo che è Arturo Brachetti.
Io vi sono stata ieri sera, certa di assistere ad una cosa unica, e, ribadisco, geniale. Non ne sono stata delusa.
Arturo, novello Fregoli, viso da elfo, che in frazioni di secondi cambia abito, espressione, voce, personalità a seconda di chi vuole impersonare, da Pinocchio, Barbie, cow-boy, diavolo, angelo, uomo ragno, pappagallo, mandarino cinese, …, in un vorticoso e caleidoscopico gioco a ritornare bambini, me compresa, anche se non solo per i fantastici costumi.
Infatti mi rivedo bambina, io e mia mamma sedute sul (non al, proprio sul) tavolo della cucina, il sabato sera ad aspettare la sigla di “Al Paradise”, che oltre a balletti, trapezisti, donne appese per i capelli, ospitava un giovane Arturo Brachetti, ovvero colui-che-cambia-i-vestiti-in-fretta.
80 personaggi in 100 minuti, solo a Torino, un atto d'amore per la sua città d'origine, lui, ulteriore "cervello" scappato in Francia, che nelle sue metamorfosi giunge a sventolare il tricolore sabaudo (dico, sabaudo!!).

E non importa se La Stampa sostiene che la trama non sia poi così consistente: di fronte a questa magia, ciò che conta sono le emozioni trasmesse ad ognuno di noi, attoniti spettatori.
Omaggio all’infanzia, dicevo, ma anche all’arte pittorica del ‘900: così che l’autunno-Golconda diviene una pioggia magrittiana, l’inverno assume i colori puri di Mondrian, la primavera le ninfee di Monet fino agli sgargianti girasoli estivi di Van Gogh. Tutto con l’ausilio di mirabolanti meccanismi degni delle migliori macchine teatrali barocche, al punto che la scenografia stessa inghiotte l’artista, si trasforma nella scatola dei ricordi e getta fuori sempre nuovi spunti per una nuova magia.
Lo spettacolo vuole essere, inoltre, un ulteriore omaggio al cinema, ed ecco comparire King Kong, Lo squalo, una splendida Carmen Miranda, Gene Kelly, Liza Minnelli, James Bond, addirittura vari cartoni animati, fino al momento più alto, e più toccante: l’impersonificazione di Federico Fellini e Giulietta Masina. Coloro che forse più di tutti hanno mostrato al mondo la possibilità di conservare ben vivo il bambino che è nascosto nella nostra mente. E a me, mentre scendeva una timida lacrima, tornavano in mente le parole di Federico: “..e poi Giulietta, per favore, non piangere!”









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3 Commenti:

Anonymous orlandoc ha detto...

Nulla da eccepire, il tuo post è davvero bello, completo ed emozionante. Anch'io ho visto Brachetti martedì sera, potevamo essere vicini persino...
Artista davvero unico e di nicchia. Presumo che la "nicchia" sia comunque creata ad arte dal personaggio. Arturo, da quanto mi è parso di capire vuole restare un icona "per pochi ma non per tutti" come recita uno spot dell'.....boh! Asti Cinzano? Ricordo male?

10:03 AM  
Anonymous orlandoc ha detto...

Per la cronaca ha 1512 posti fonte....
meglio non dirlo....

1:40 PM  
Anonymous utente anonimo ha detto...

anche a me è sempre piaciuto quando lo passavano in tv, poi ale con sto post fai venire proprio voglia!
|Sera|

3:29 PM  

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